
Articolo di Alessio Petronelli
È andata in scena lunedì 20 gennaio la teatrale cerimonia di insediamento di Donald Trump, 47° Presidente degli Stati Uniti d’America. Una celebrazione estremamente teatrale appunto, che nonostante non ci sia più bagarre elettorale in corso, è sembrata più un comizio che un’occasione formale come l’insediamento di un Presidente.
Tra grandi annunci, storici cavalli di battaglia e modi trionfalistici, Trump ha scelto di abbandonare almeno in parte i toni cupi del passato. Ha puntato invece sulla rinascita degli Stati Uniti, sul loro valore come potenza mondiale, sull’ “americanità” da proteggere. Tra difesa armata dei confini e lotta ai “movimenti gender”, il nuovo Presidente ha preso nette posizioni anche sul clima. Non ha esitato ad annunciare la lotta alla presunta deriva che vorrebbe imporre la tutela del clima e del pianeta a danno degli interessi nazionali. Una nuova stagione di trivellazioni alla ricerca di petrolio e gas sembra essere alle porte. Trump ha parlato di una nuova “età dell’oro”, basato proprio su quello che definisce l’oro nero che la cittadinanza americana ha sotto i propri piedi.
Trump e il negazionismo climatico in Europea
Cosa ci preoccupa di tutto questo? Ci preoccupa ovviamente l’evoluzione di un paese che, nel bene e nel male, incide inevitabilmente sugli equilibri mondiali e sul futuro della specie umana. Ma ci preoccupano anche le conseguenze che queste narrazioni possono comportare per l’Unione Europea e per l’Italia. Non è una novità infatti la stima manifestata a più riprese dalle destre europee, comprese le forze che compongono il governo italiano, verso le politiche di Trump. Trump che è visto come un vero e proprio punto di riferimento. Una legittimazione come quella della seconda elezione a Presidente rischia di mettere il magnate americano nelle condizioni di attuare con ancora meno pudore i propri progetti di negazionismo climatico. Con il rischio che le destre europee ne seguano ancora di più l’esempio.
Per questo vogliamo dire qualcosa a Trump, e di conseguenza a tutte le parti politiche che ne emulano le geste. Mr. President, quello che lei chiama oro nero è a tutti gli effetti veleno per la salute umana, per la società e per il pianeta. Un veleno che aumenta le disparità sociali, alimenta la povertà e le violenze per il controllo dei giacimenti. La nostra vera ricchezza sono le energie rinnovabili: pulite, in continua rigenerazione, accessibili. La transizione energetica è la soluzione che ci permetterà di creare un mondo più equo, giusto e in cui ridistribuire la ricchezza. Senza compromettere il futuro nostro e delle prossime generazioni.