I TRANSISTOR sono hub locali per accelerare la transizione ecologica giusta ed equa sulle città, che sia inclusiva di tutte e tutti, e riportare il potere nelle mani delle comunità.

CONTATTI
Transistor Verona

Non c’è giustizia climatica senza giustizia sociale, per tutto e tuttə

Giustizia sociale

Sabato scorso, a Verona, abbiamo incontrato persone, stretto legami, condiviso paure e sogni. Abbiamo parlato di sofferenza, di criticità, di giustizia sociale e di emergenza climatica. Ma prima di tutto abbiamo parlato di persone, di vita, delle contraddizioni del nostro paese.

La cornice è stato l’evento “Fuori confine: al margine dell’azione climatica?”, organizzato il 12 aprile nella cornice di Clim-Act Expo 2025. Hanno partecipato Veronica Atitsogbe, Vice Presidente Vicario del Consiglio Comunale di Verona. Benedicta Djumpah, di Italiani Senza Cittadinanza. Serena Tosi Santoro, di Inclusiv3. Michael Kolade, di Afroveronesi. E ovviamente Transistor, oltre a tante altre persone con varie sensibilità, background e provenienze. Tutte unite da una convinzione comune: combattere per la giustizia climatica significa combattere per la giustizia sociale.

Cosa significa giustizia sociale?

L’iniziativa sia è sviluppata alternando straordinari momenti di confronto, talvolta emotivamente potenti, ad attività di laboratorio facilitate da Transistor. Ci siamo chiestə: di cosa abbiamo bisogno per una lotta collettiva e inclusiva? Come possiamo rendere ogni persona partecipe e coinvolta, amplificando al contempo l’impatto per la giustizia climatica?

Abbiamo provato a rispondere a queste e a molte altre domande, trovando alcune conclusioni e seminando spunti di riflessione per il futuro. Emerge sicuramente la necessità di spazi informali e periferici, che stimolino partecipazione e creatività, che lavorino in un network con istituzioni e centri cittadini. Appare cruciale fare rete tra realtà differenti, ma poi non così tanto, perché ogni lotta per la giustizia fronteggia una violenza, e tutte le violenze hanno tratti e radici comuni che risiedono nell’inequità. Abbiamo bisogno di comunicare i benefici concreti della lotta per il clima, sollecitando una certa consapevolezza sociale e culturale. Abbiamo bisogno di affiancare le persone, non lasciano nessunə indietro.

In conclusione, e citando in parte, le splendide persone che animano Inclusiv3: abbiamo bisogno di interrogarci, di abbracciare, di conoscere e di esplorare. Abbiamo bisogno di fare “politica” e attività civica a tutto tondo. Abbiamo bisogno di parlare alle persone, di ascoltare, di unire. Tutto questo a partire da una delle prime sfide intersezionali che ci aspettano a breve termine: il referendum sulla cittadinanza.